Anthropos

micro-intervista a Paolo Maroncelli

Grande autore italiano di IF e appassionato lettore/scrittore

AleP) Ciao, una tua rapidissima presentazione, grazie.

PaoloM) Sono Paolo, ho 38 anni. Mi piace vivere e narrare storie, in particolare quelle che hanno a che fare con il mistero, e l'ignoto.
 
AleP) Esistono dei criteri per poter definire una certa letteratura "fantastica"?
PaoloM)  No, a me piacciono le contaminazioni e la fusione dei generi, ingabbiarli è limitante. Cos'è fantasy? Draghi, maghi e guerrieri? E fantascienza? Astronavi? No, è limitante.
 
AleP) Che cosa è allora secondo te la narrazione e come subentra, o si aggiunge, ad essa, il fantastico?
PaoloM) Credo che la narrazione incorpori il fantastico per definizione. Raccontare una storia mai verificatisi, far vivere eventi mai accaduti... Quando il lettore non ha idea di che cosa potrà leggere nelle pagine successive... allora siamo già nel regno del fantastico.
 
AleP) Qual è il tuo ricordo più antico legato alla narrativa (fantastica)?
PaoloM) Ho ricordi tuttora molto vividi di un bambino che giocava a "The Hobbit", una avventura testuale per computer sul suo Commodore 64. E, inaspettatamente, la voglia di passare dal computer al romanzo scritto su carta, per leggere tutto quello che il mezzo informatico dell'epoca non poteva raccontare. Poi le visite in libreria per procurarsi il romanzo di J.R.R. Tolkien.
 
AleP) Visto che non vuoi distinguere i generi, distinguiamo i "filoni"; so che ami particolarmente la fantascienza, che cosa significa per te leggere fantascienza oggi?
PaoloM) La risposta a questa domanda varia nel tempo. In passato ho sempre inteso la fantascienza come "hard sci-fi", ossia storie imperniate sui grandi misteri della cosmologia scientifica. Oggi, ad una età più matura, credo che l'aspetto socio-psicologico sia più importante. Dunque in realtà non potrei, non credo che ci siano concetti universalmente validi. Fantascienza oggi per me significa raccontare i misteri dell'imponderabile; qualunque cosa questo significhi. :)
 
AleP) Quindi non pensi che possa esserci un'influenza concreta e universalmente valida di qualche genere sul mondo reale da parte della narrativa fantastica oggi, e in particolare della fantascienza?
PaoloM) Credo di no, quando verifichiamo dei punti di contatto tra tecnologie immaginarie e la realtà è semplicemente perche' alcuni scrittori sono stati particolarmente bravi a prevedere il futuro. Se i cellulari di oggi sono simili ai comunicatori di Star Trek è perche' Gene Roddenberry ha avuto una illuminazione sul futuro, e non perche' gli sviluppatori di hardware guardavano Star Trek.
Inoltre gli scrittori tendono ad avere visioni semplicistiche, per esempio governi unificati, pianeti unificati... La realtà, invece, è molto più complessa e frammentata.
 
AleP) Dicevi di non ingabbiare i generi letterari, ma, volendo restringere il campo, verso quali tipi di opere orienti le tue letture, o, semplicemente, con quali criteri scegli un libro?
PaoloM) Cerco sempre le storie più intriganti. Ho il gusto dell'assurdo, della finzione spinta, dell'estremo. Mi piace essere sorpreso. Sono io, lettore, a decidere che cosa è fantastico e che cosa non lo è.
 
AleP) Che rapporto hai con la scrittura?
PaoloM) Scrivere mi piace moltissimo, ho scritto qualcosa a livello dilettantesco, storie brevi, fan fiction, brevi sceneggiature. Mi piacerebbe fare il grande passo e dedicarmi a un'opera di ampio respiro, autopubblicandola. Da scrittore eviterei il genere fantascientifico propriamente detto però, perche' esistono purtroppo enormi pregiudizi da parte del grande pubblico. Prima di tutto, come dicevo prima, bisogna scrivere una bella storia, e poi, volendo, la si inquadra in un genere preciso.
 
AleP) Ma perche' autocensurarsi come hai detto? Non sarebbe meglio invece adoperarsi per far uscire la fantascienza dal ghetto?
PaoloM) Quale migliore provocazione di scrivere un romanzo fantastico che però non si presenta come tale? "Contact", ad esempio, è un film di fantascienza? Sociologico? Parla di religione? Culture? Che cos'è? Mi piace che il lettore-spettatore sia messo davanti a questi dubbi. È provocatorio e stimolante.
 
AleP) Il tema del nostro sito è la narrativa fantastica, dato che abbiamo allargato un po' il panorama, ti chiedo a questo punto una specie di dichiarazione libera a tema; c'è qualcosa in particolare che vorresti dire a uno sconosciuto lettore della presente intervista in merito?
PaoloM) Di non avere pregiudizi quando legge. Tenere la mente aperta. Cercare sempre di capire quello che lo scrittore vuole comunicare. La narrativa fantastica spesso è metafora di una realtà più concreta: cercare i paralleli è parte del godimento della lettura.
 
AleP) Ci descriveresti il tuo processo di lettura? Che cosa succede dentro di te mentre leggi?
PaoloM) Proietto tutto: immagini, suoni, voci. Creo un film dentro di me. Ma più di tutto cerco di capire i personaggi e le motivazioni che li muovono. Ho già detto a proposito dei messaggi di fondo. I protagonisti di una storia vanno assorbiti, e da loro si capisce subito se una narrazione è credibile o meno.
 
AleP) Immedesimazione prima di tutto?
PaoloM) Sì, lettura attiva. Solo la lettura ci consente un così alto livello di immersione.
 
AleP) Perche' scegliere la narrativa fantastica, o, come dicevi tu prima, un'opera "sorprendente", piuttosto che non?
PaoloM) Credo che valga la pena di leggere tutto quello che fa pensare, che ci fa riflettere e che lascia un segno dentro di noi. Nulla di male contro l'intrattenimento leggero, ma un'opera si valuta a seconda di quanto essa incide sul nostro intelletto.
 
AleP) Grazie di tutto, corriamo a leggere qualcosa di tuo sul tuo sito: http://www.maroncelli.net/narrativa/
PaoloM) Grazie a voi, ciao!
 
Alessandro P. - 2010